Note

casenord


Ho visto un cane strappato al canile, avventarsi contro i finestrini dell’auto in cui era dentro, in modo così rabbioso, che  ho pensato a quanti maltrattamenti deve aver subito per diventare così. Non sono riuscita a guardare a lungo la sua rabbia e ho dovuto chinare il capo.

In auto, sono salita solo con la prima, percorrendo una stradina di collina ripidissima e dissestata, perché volevo finire dentro l’azzurro intenso del cielo, nel punto in cui ci si tuffava lei,  dato che non ne vedevo la fine. Lungo il tragitto, sulla destra, c’era uno slargo che affacciava su un costone; un luogo dove gli amanti vanno a fare all’amore perché in terra era pieno di fazzolettini usati. Il bel pensiero d’amore è fuggito al pensiero dell’incuria dell’uomo e del suo egoismo.

Ho amato e amo i cieli di aprile da sempre, perché portano un canto nuovo ogni volta nella luce che sa incantare come l’arcobaleno. I fagotti di nuvole cambiano forma come volute di fumo, l’aria bizzarra e frescolina, s’infila ovunque ridefinendo i contorni, anche quelli dell’anima.
Ieri l’altro, due coni di panna volteggiavano sinistri, come corde d’aquilone abbandonato, sotto un turbinio di masse acquose, scomposte, da presagio di fine del mondo. Per la prima volta ho avuto paura del cielo di aprile.

Ho visto Ciccio corrermi incontro con l’entusiasmo tipico dei cuccioli di cane. Mi ha fatto tante feste e mi ha riempita di peli corti e bianchi, forti come gli aghi di pino, conficcati nel  mio abito nero che ora sarò costretta a lavare prima di indossarlo di nuovo.  Lo hanno chiamato così perché sei mesi fa aveva la forma di una palla da rugby. Ora è snello con le zampe lunghe lunghe da risultare sgraziato ed esilarante al tempo stesso quando scarta in corsa perché non vuole mollare la pallina che ha in bocca. Le zampe turbinando all’unisono, sembra che si stacchino dal resto del corpo. Il nome giusto ora sarebbe Pluto. Un nome è per sempre e a volte capita di portarsi addosso il nome sbagliato per tutta la vita. Ma Ciccio pare non accorgersi di questo e continua a correre come un forsennato. Beato lui.

Mi sono alzata d’impulso, mentre stavo pensando ad altro. Sono corsa al cellulare e ho scritto ad un amico: ti voglio bene. Ho imparato che a volte non c’è tempo abbastanza, che a volte non lo diciamo abbastanza, che a volte ci vergogniamo nel dirlo, pensiamo che non sia creduto o che sia eccessivo o fuori luogo. Ho capito da tempo che è un terribile errore, di quelli per cui ci si pente poi, per tutta la vita.
 

Rubo questa magnifica poesia a Lino, che spero  non me ne vorrà.  S'intona molto bene coi cieli di aprile.

DI CITTA' E DI ALTRI GRANITI

Una città di granito rosa, sospesa
in brillìo con la nube che
sposta

ombra e luce di fiume e pietre
al posto dell’azzurro essiccato.

Barca sfibrata dalle piccole onde.

  E poi un albero, un altro, altri ancora
in terre riarse e pastose disposte su
quadri di gigantesche tele

E un’ala, metallica, planante
bocche e vite sospese alla potenza
continua dei motori.

E nei territori sorvolati
la bocca di leone orienta il suo giro
le calendule impiccano l’ape
al brusio confuso
di una promessa di miele.

Nella tela disposta a minuscola crepa
si rivela l’ordito, due orli stappati in diagonale
dal boccheggio dell’acciuga argentea
alla irregolare tenuta
del cuore
di un gabbiano, stremato.

Dove bava congiunge
radice di terra a rigurgito di nuvole
l' ombra circolare disegna
il solo spazio ch’io capisca :
la memoria dell' arto mancante,
un dolore fantasma.

Lino Di Gianni 3/ 10/ 2010

13 pensieri su “Note

  1. Magari timore, doveroso tributo umano ai divini cambi d'umore dipinti sul cielo d'aprile. Ma paura no. Tanto meno nel dire del bene. Magari un po' di timore…:)

  2. Buongiorno fotografa sublime:) Lo so che tu riesci a catturare ogni buona cosa oltre il timore  che portano tutti  i cieli dell'anima. Però, però, quei due coni si sono agganciati al suolo su Bagnolo e radenti e veloci hanno lasciato al loro passaggio solo distruzione. Per fortuna hanno deciso di ritornare da dove erano venuti quasi subito.Buon lunedì cara:)

  3. Mia rimandare nulla a domani se si può fare oggi. Ogni giorno è nostro e ci è nello stesso tempo regalato.Oggi ho girato in città a guardare cieli… Mi sono persa nell'azzurro di un giorno di sole. Persa per ritrovarmi.Un bacio

  4. ma è bellissimo, è bellissimo quel che dici e come lo dici…una lettura veramente piacevole, e poi mi piace tanto quella stradina che si perde nel cielo, oltre il posto dove gli amanti lasciano tracce di momenti rubati e difesi da sguardi non graditi…è una bella poesia pagina di poesia!ciaocataldo amoruso

  5. Falco, io lo dico sempre con il cuore, altrimenti mi sto zitta:)Solo che ora, ho imparato a dirlo un po' più spesso. Mi fa stare meglio.Un abbraccio.catamor benvenuto:) Grazie per le tue belle parole, sono davvero molto gradite.

  6. eccomi dopo giorni di panne del pcancora va a singhiozzo, ma arrivo trafelata per dirti che questa pagina è tutta poesia, la tua e quella di Linoimmensamente piaciute entrambe!ti abbraccio :)*

  7. …e a proposito di strade che si arrampicano sulla collina, di contorni di anima, ho messo un post, una storia che forse non conosci, bella. Ti invito (ufficialmente ;)) a leggerla. Abbraccio

  8. Cri,  non voglio che corri troppo che poi prendi un malanno:) io sono sempre qui, non scappo. Grazie tesoro, ho messo una poesia di Lino perchè mi è piaciuta tanto. Le mie sono "note" mentre girovago in auto. baci tesoro.Angie è bellissimo. Letto con sommo piacere. Grazie tesoro anche a te, sei sempre preziosa e insostituibile fonte di conoscenza.Lino, grazie a te, io rubo e poi chiedo scusa:) Sono una ladra gentildonna.

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