Silenzi

Mi muovo tra il silenzio delle cose mute. Assenza umana fatta di paura, pazienza, speranza.

Attesa.

Piove fitto fuori, il battere delle gocce sulla ringhiera, delle dita sulla tastiera e la musica sono gli unici suoni di questo ultimo giorno di gennaio.

Piove fitto fuori e non si muove una foglia.

Vorrei dormire ma ruberei tempo prezioso a me, dormirò meglio questa notte.

Ci si abitua a stare soli, ci si organizza, si ridisegnano gli spazi emotivi e in questa sorta di sospensione affettiva si centellinano gli incontri, anche virtuali.

Ora ci sono motivazioni lecite per tacitarsi e sparire in una sorta di luogo segreto. Tutto il mondo è segreto ora, anche se impazza sui circuiti virtuali.

Ora non esserci fa parte del quotidiano, pure legalmente retribuito.

Sì è, ma anche no: nessun profumo, nessun suono. Le carezze per carità sono un lusso di là da venire. Presenza di tastiera, per necessità e per diletto a discrezione, come preferiamo.

In questa sorta di silenzio indotto in cui siamo ma anche no, in cui possiamo decidere se rispondere oppure no, possiamo scoprire i nostri veri talenti, dedicarci a ciò che ci piace, pensare alla nostra vita, oziare. Possiamo procedere con lentezza, posticipare, riprendere da un ritmo che si è perso, sconvolti tutti dal turbinio dei soliti impegni, forse anche inutili?

Possiamo ascoltare e ascoltarci finalmente con più attenzione, per poterci guardare allo specchio e riconoscerci un po’ di più: una opportunità preziosa, in mezzo a questa carestia.

Restare in silenzio fa capire quanto siano importanti le parole dette.  L’assenza rende speciale la presenza.

Annusare permette di riconoscere. Ce lo insegnano bene gli animali.

Certo ho voglia di primavera e di aria fresca di sole, di risate condivise, di urla di bambini che giocano.

Sono contenta perché a breve arriverà, anche se il mondo non sarà risolto, ma potremo timidamente incontrarci di nuovo.

Questo anno però ha segnato un passo diverso, un bisogno di chiarezza, di pulizia e rigore.

Ha insegnato che non si scherza con la vita, mai, e lo ha insegnato a tutti anche se troppi pare che questo insegnamento l’abbiano dimenticato o non l’abbiano fatto proprio.  Ci vorrà ancora tanto tempo e pazienza e speranza perché le cose possano cambiare davvero. Ma io voglio essere fiduciosa. Certamente non vorrò più una vita frenetica

Bentornati

o meglio sono io che sono tornata dopo tanto, tanto tempo. Immagino che molti di voi siano sempre stati qui, in questo luogo confortevole.

So che alcuni ci hanno lasciato per sempre e dato l’anno che ci siamo lasciati alle spalle non mi stupisco, mi rattrista.

Ho pensato spesso a voi con affetto, chiedendomi se siete sempre stati fedeli a voi stessi, se non vi siete persi, o ritrovati, se credete ancora nei vostri sogni, se vi volete bene, malgrado la vita a volte molto faticosa.

Se io dovessi rispondere a queste domande sarei veramente in difficoltà e non credo che basterebbe questo freddo e piovoso pomeriggio, ma l’accesso miracolosamente ottenuto questa mattina lo voglio leggere come un segnale positivo: una ripartenza, una rinnovata energia che magari porta con sè la voglia di raccontare.

Ancora.

A presto quindi, un abbraccio